Questa decima maratona era partita con premesse poco rassicuranti: innanzitutto non avevo fatto nessun allenamento specifico da Venezia… in questi due mesi scarsi tapasciate e la solita uscita settimanale, mai più di 18km… il periodo di feste/ponti mi “costringeva” ad una alimentazione sregolata ed eccessiva
Inoltre si aggiungeva negli ultimi giorni il problema “auto dal meccanico”: ciò mi costringeva a rivedere i miei piani e ripiegare sul treno. E le previsioni meteo paventavano il timore della neve, oltre al freddo ovvio per questa stagione.
Ma la determinazione di celebrare la Decima maratona mi faceva superare tutti questi inghippi e così preparo la borsa, vado a letto presto (la concomitanza di una noiosissima Juve-Inter mi agevola il sonno anticipato) e, con un’auto in prestito alle ore 4, si parte.
Stazione Centrale deserta e ancora chiusa: il mio è il primo treno del giorno, gente che torna dopo una serata nei locali milanesi. Sonnellino e arrivo a destinazione, navetta immediata sino al palazzetto. Qui apprezzo ciò che mi aveva raccontato tutti: l’attesa della partenza, qui al caldo con spogliatoi e bagni accessibili, agevola la preparazione, fatta con calma e la chiacchera con gli altri runners che, sebbene più esperti ( esempi: 6 maratone in 6 giorni, ottava partecipazione a Reggio Emilia, più di 50 maratone….), non sanno ancora quanto coprirsi o scoprirsi… la scuola Canisciolti mi suggerisce guanti e maglia lunga sopra una corta, pantaloni corti: l’abbigliamento si rivelerà perfetto…
E così a 20 dalla partenza si esce in strada e ci si posiziona: 2500 circa i partecipanti, pochini ma sembrano tutti runner esperti.. inno, lunga bandiera tricolore che passa sulle nostre teste e via…alla fine la temperatura sarà sempre sopra lo zero, anche un timido sole all’inizio
Primi 6 km piacevoli: si rimane in centro e si ripassa dalla piazza altre due volte, per salutare il pubblico… e poi via, ci si incammina fuori da Reggio, con le colline all’orizzonte che mano a mano si avvicinano
Per 30 km l’atmosfera sarà questa: si gira in questi paesini di agricoltori, dove oggi è festa e nessuno lavora, in un silenzio palpabile, rotto solo dalle chiacchere tra noi runner e dal rumore delle nostre scarpe…Si sale mano a mano su queste colline, qualche strappetto ma nulla di trascendentale, tra vigneti e allevamenti di maiali, prati ancora verdi e coltivazioni di ogni tipo… L’atmosfera quasi catartica è interrotta solo 2-3 volte da punti di ristoro/incoraggiamento organizzati dai gruppi podistici della zona
HO apprezzato sia il paesaggio che le sensazioni mistico-pastorali, e sono riuscito a tenere un ritmo molto regolare: ho scelto alla mezza maratona di fermarmi 1 minuto per piscio/bere/mangiare, l’unica volta in tutta la corsa… Al 29km molti dicevano che sarebbe iniziata una discesa verso Reggio: diciamo che non c’è stata più salita, ma il chilometraggio iniziava a farsi sentire… come a Venezia però, al 33km ho ritrovato energie nascoste: stavo bene, mi sembrava di accellerare, superavo diversi runner che incoraggiavo, iniziavo a favoleggiare sul tempo che avrei fatto…poi però al 38km ho accusato stanchezza e capivo che la mia corsa non era più sciolta, si stringono i denti e si cerca di dare tutto, un paio di volte mi vengono i capogiri…. Ricordo solo al 40km gente vestita da angeli che mi fa passare sotto un arco per la “spinta finale”… recupero le ultime energie e spingo fino alla fine: arrivo davvero con le gambe al limite… ristoro minimal ma ce n’è per tutti, il palazzetto è lì dietro, con spogliatoi pieni ma accessibili, il clima da tapasciata (discussione illuminante sulle prestazioni sessuali post-maratona) Un’App già mi invia le foto della corsa, leggo un sacco di messaggi di gente che mi saluta (GRAZIE A TUTTI) e mi sento bene… il responso da una parte sarà crudele (11 secondi sopra il mio best), dall’altra lieto, perché come decima maratona non è stata per niente male. E dopo un ritorno in treno seduto per terra e con la neve che mi aspettava, ci è scappato un giretto all’Artigianato in Fiera…
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