martedì 12 febbraio 2019

La salamella ha sempre il suo perchè

Canisciolti pronti per una delle più classiche tapasciate: quella delle Salamelle di Abbiategrasso.
Rientra il presidente da Marrakech, dopo l’assenza di domenica, e rivede i propri compagni di corsa e anche i compagni di Marrakech, Luisa e Polpy, all’esordio con il gruppo.
Ma il rientro più significativo di oggi è quello di Ambro, che mette la sua prima presenza in CLASSIFICA in questo 2019.
Arrivati sul posto con la Ambro car, troviamo il Sig. Renzo, in attesa di veder arrivare la Vale, che arriverà dopo un bel quarto d’ora; nel piccolo bar incontriamo Polpy; dopo qualche minuto arriva un passirunner ancora nel letto, che non si capisce se in pigiama o vestito da corsa, con scaldacolli vari buttati in qualche modo su gola e testa…. Da vedere.
Dopo iscrizioni e foto via partiamo in gruppo. Giornata grigia, neanche tanto fredda, e senza pioggia. Percorso bello, penso leggermente cambiato in meglio, con meno asfalto. Sempre ben organizzata la corsa, ristori e tutto. Da non dimenticare la salamella finale, solo per quelli con riconoscimento (forse altri anni per tutti) di ottima qualità.
Alla fine decidiamo di lasciare libero Ambro, visto che è l’unico sui 14 km, e ci affidiamo a Passirunner per il passaggio del ritorno. Scelta sbagliata! Alla fine aveva parcheggiato a qualche km di distanza dalla partenza, in una via vuota con macchina messa in fondo senza motivo … Grande Mauro!
Di seguito riporto l’articolo della nostra giornalista di fiducia, che però a sto giro impossibile pubblicare senza integrare (leggere per credere). 

Tapasciate ispirate... (di Luisa)
Pronti, via, si parte in gruppo, ma dopo un po’ mi ritrovo ad osservare il paesaggio circostante in compagnia dei miei pensieri. Non è la prima volta che tra i campi confinanti con la ‘bassa padana’ capita di perdermi nella visione di quei canali che percorsi dall’ acqua oppure asciutti o ancora fangosi o pieni di arbusti che si aggrovigliano al loro interno, associo ai vari collegamenti del corpo umano. Ecco che allora mi ritrovo a correre dentro un corpo che non è il mio, ma quello della ‘terra’. Partendo dalla pelle, passando tra i vari strati, poi dall’intestino, la vescica, i vasi sanguigni...si risale per lo stomaco. Un tratto di terra rossa e ben battuta mi porta sempre più su, sino alla gola per infine uscire dalla bocca, l’ultimo tratto più contaminato, in cui esco dalle ‘viscere’ per correre nel paese asfaltato. 
Le profonde esalazioni di letame hanno forse contribuito a queste associazioni🤔 comunque un’ escursione davvero singolare, un po’ surreale.

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